giovedì 30 aprile 2020

Correre in solitudine nel bel mezzo mezzo della natura, dal 4 maggio si può. Anzi, si deve...


Scrivo queste poche righe perché ho appena letto il bellissimo articolo di un collega runner/giornalista dal titolo ‘Io amo l’assembramento’ riferendosi alle corse con migliaia di partecipanti purtroppo ancora lontane. Bellissime, niente da dire. Ma io vado contro corrente e dico che ‘amo la solitudine’. Ebbene si, ditemi quel che vi pare, ma a me piace correre da solo nel silenzio della natura. Sono abituato così da quando cominciai a muovere i primi passi nel running. Sveglia alle 6, estate o inverno che sia non ha importanza. L’importante è correre da soli senza nessuno attorno. E’ semplicemente fantastico, provare per credere. L’unico rumore sono i passi sul terreno delle tue falcate. Gli unici suoni che apprezzi sono quelli della natura.
A primavera è bellissimo, ma lo è anche in tutte le altre stagioni. Perfino d’inverno quando c’è la nebbia e non vedi a un palmo di mano. Quando ti svegli e trovi le strade deserte ti sembra di essere il padrone del mondo. Lunedì 4 maggio, dopo due mesi di stop al running (tra i tanti stop non è stato certo il più grave, ma uno dei tanti per gli appassionati) si torna a correre con l’obbligo di farlo da soli. Conosco runner che se non corrono in compagnia non ce la fanno proprio. Giusto, non li critico di certo. Correre con qualcuno fa sentire di meno la fatica, è più divertente e ti spinge a dare il meglio. Sono io l’asociale. Loro sono i veri runner. Ma a me piace, anzi strapiace correre da solo.
Non porto il telefonino, non porto nulla. E’ l’unica ora, ora e mezzo, in cui nessuno mi può rompere le scatole. Ho i miei percorsi. Se voglio fare il classico vado verso Cassinetta seguendo l’alzaia del Naviglio. Sarà ancora chiusa, giustamente per evitare il rischio di assembramenti. Allora farò la strada Preloreto e la sterrata che porta all’oasi con acqua sorgiva che alimenta il fontanile del Gallo. L’avete mai vista l’oasi con acqua sorgiva a Preloreto? E’ un luogo meraviglioso e val bene una visita. Da soli, ovviamente. Si entra in luogo spettacolare in mezzo alle campagne ricco di ogni bene che la natura possa offrire. A primavera e in estate vedi il sole sorgere. Uno spettacolo meraviglioso. Gratis. Cosa volere di più…

lunedì 27 aprile 2020

Il 4 maggio torniamo a correre, facciamolo usando il buon senso

Amici runner, ieri sera sono state decretate le misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale. Cosa prevedono per quanto ci riguarda? Da lunedì 4 maggio potremo tornare a correre? Si, finalmente potremo tornare a correre spingendoci anche lontano da casa. Ecco cosa prevede testualmente il decreto:

f) non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività;
Dalla lettura si evince che sarà possibile correre anche in due, a patto di rispettare la distanza di sicurezza di almeno due metri, solo se trattasi di minori che vengono accompagnati o persone non autosufficienti. Nulla è indicato in merito all’uso delle mascherine. Come possiamo interpretarlo? Ci si affida a quanto stabilito dalla Regione che stabilisce l’uso della mascherina quando si esce all’aperto. Ragion per cui dobbiamo prestare attenzione alle prossime disposizione regionali sull’attività outdoor.

USIAMO IL BUON SENSO

Amici runner. Ognuno di noi vede la corsa come parte integrante della propria vita. L’avere trascorso le ultime settimane senza poterla praticare o averla praticata in spazi limitati ci ha tolto molto del nostro agire quotidiano. Non lasciamoci prendere dalla foga e andiamoci con molta cautela. Non siamo usciti dall’emergenza, anzi ci siamo in pieno. Il mio consiglio, da runner che corre dal 1986 e che guai se gli tolgono la corsa, è di correre da soli in luoghi isolati. Scegliete gli orari più tranquilli. La mattina presto o la sera. Abbiamo delle bellissime campagne. Sfruttiamole. Portatevi uno scaldacollo da indossare nel caso in cui doveste incrociare qualcuno. Poi toglietelo perché bloccare naso e bocca ci blocca la respirazione e potremmo avere gravi conseguenze. Non aggiungo altro. Spero che tutto vada bene…

 

lunedì 20 aprile 2020

Runner untore e menefreghista: ennesima enorme fake news costruita per sorvolare sui veri problemi

Da qualche giorno ho deciso di tornare a correre fuori casa. Limitatamente, sia ben chiaro, alle vicinanze della mia abitazione. Duecento metri, a forse anche 400 poco cambia, portando con me la carta di identità in modo da mostrarla alle autorità in caso di controllo. “Abito qua dietro, faccio ancora 100 metri e rientro. Non preoccupatevi”, sono pronto a giustificarmi (sic..). L’ho fatto per due ragioni fondamentali. La prima è che a correre attorno al cortile di casa va bene una volta, due, alla terza già non ne puoi più. E’ un sistema di allenamento di usare in casi eccezionali fino ad un massimo di 15 minuti e non di più. La seconda ben più importante motivazione che mi ha indotto a tornare sulla strada a correre (anche se per pochi minuti) è che la disposizione che lo vieta è assurda, fuori luogo, incostituzionale, abominevole e chi più ne ha più ne metta.

Ma ancora peggio di quella disposizione che prevede una sanzione (prima si parlava di denuncia!) è stata la reazione del popolo di fronte a chi corre. Non so da chi sia partita la spinta a considerare il runner poco sensibile a quello che stava succedendo o, peggio, addirittura un possibile veicolo di trasmissione del virus, fatto sta che la sola visione di un podista in circolazione generava il panico. E lo genera tutt’ora in alcuni fori di testa, non è ancora finito il rischio. Generalmente sono uno che agisce d’impulso a fronte di un’azione che ritengo assurda, quindi il mio istinto primario è stato quello di mandare al diavolo tutta questa feccia di disgraziati. A fronte di un’analisi più attenta che mi dimostrava che i problemi andavano cercati altrove e parliamo di Rsa dove i casi di positività al Covid – 19 sono schizzati alle stelle, operatori sanitari senza dispositivi di protezione individuale (pazzesco), scelte politiche disastrose su come affrontare l’emergenza, mi saliva il sangue al cervello nel vedere che degli autentici idioti ancora non avevano capito la vera portata del fenomeno.

Ma subito dopo la reazione violenta cerco di analizzare con razionalità quello che sta accadendo. Ebbene il fatto che nel giro di poco tempo si sia riusciti a generare un odio infondato nei confronti del runner mi ha fatto riflettere parecchio su quanto sia facile cambiare la mentalità di una buona parte della popolazione. Sia ben chiaro, non viviamo certo sotto una dittatura come molti paventano sulle colonne dei loro profili facebook. Siamo di fronte ad alcuni provvedimenti presi in una situazione di emergenza sanitaria che ben poco hanno a che fare con il fascismo o roba simile. E ci mancherebbe altro. Ma pensiamoci un po’.

Se è stato così semplice additare il runner come untore, menefreghista, complice del virus, può essere altrettanto semplice manovrare a piacere la mentalità di un individuo e trasferirla in altre direzioni. Basta pompare a dismisura contro una persona, categoria, nazione e questa diventa, immancabilmente, la persona, la categoria, la nazione da odiare. E’ così che si costruisce ad arte l’odio. Domattina esco a correre, come da 30 anni a questa parte…

 

giovedì 9 aprile 2020

Correre in casa non è divertente, è terribile. Il runner deve essere libero come il vento

Non vedo l’ora di tornare a correre nelle mie campagne. E’ un mese che giro come una trottola attorno al mio cortile ed è sicuramente meglio di niente. Ma le mie campagne sono il meglio che ci sia in fatto di palestra. La strada Preloreto, l’alzaia del Naviglio Grande, la via Valle di Pontevecchio che porta alla Fagiana, gli sterrati tra Casterno e Carpenzago tra i fontanili su tutte. Non c’è paragone. Il resto è nulla a confronto. Mi manca, cosa volete che vi dica. Qualcuno mi darà dell’insensibile e del viziato di fronte alla tragedia. Va bene, non avete capito niente sappiatelo. Stiamo galoppando nella stagione migliore per il runner.

Quella in cui le gambe spingono anche se il cervello dice no. Quella che ti fa venire voglia di correre forte, a perdifiato fino a non farcela più. Quella in cui ti avvicini ad un fosso e lo salti senza manco pensarci. Quella in cui sei solo con il mondo che ti circonda. Anzi, non sei solo. Sei con la moltitudine di animali che ti circonda. Quella in cui ingaggi una gara con una mini lepre e ne esci irrimediabilmente sconfitto. Quella in cui dopo una corsa, ti fermi e guardi in alto. Sorridi perché sei felice di poter correre libero come il vento.

Questa è la primavera del runner e farla in quarantena è la cosa peggiore che ci possa essere. La foto a questo post è la medaglia consegnata on line ai partecipanti alla prima ‘Stra in casa’ organizzata a favore degli ospedali. Forse ci saranno altre gare simili. Spero poche. Perché io non vedo l’ora di tornare a correre nelle mie campagne.