venerdì 20 febbraio 2015

Gareggiare al cross dei 5 Mulini: vera lezione di vita per chi ama correre

Quando mi sono svegliato domenica scorsa e ho guardato fuori dalla finestra ho cercato di intravedere un motivo. Uno solo che mi facesse capire perché, invece di starmene a letto con una temperatura di zero gradi, pioggia e neve, me ne dovessi andare al cross dei 5 Mulini in quel di San Vittore Olona. Perchè ho scelto la corsa come hobby e mi voglio massacrare in un cross, che non è certo la mia specialità, dove il fango la farà da padrone? Faccio colazione con fette biscottate e marmellata ed esco di casa tra gli insulti di mia mamma. Ci troviamo io, Davide, Luca e Carlo del Tapascione Running Team al parcheggio del Giardineria. E partiamo con la macchina (prossima alla rottamazione) di Davide alla volta di San Vittore Olona. Il tragitto è da paura. Mentre percorriamo la provinciale per Legnano imperversa una vera bufera di neve.

La domanda torna spontanea e si moltiplica per quattro: ma chi ce lo fa fare? Arriviamo al ritrovo. Ritiriamo i pettorali e ci guardiamo attorno. Mi ricorda il campo invernale di quando ero militare negli Alpini. Riscaldamento decente, manco a parlarne. Solo duecento metri a disposizione. Sono le 9.30 circa e ci invitano a sostare nella tenda in attesa del nostro turno. E’ nella tenda che mi riempio di sensazioni positive e comincio ad essere felice di trovarmi in quel posto. Ci sono atleti navigati. Tutti forti, ma nessuno che ‘se la tira’. Si ride e si scherza insieme. Il più forte insieme al meno forte. Ho conosciuto ex campioni che oggi corrono nelle categorie amatoriali e si divertono come il primo giorno che hanno iniziato a gareggiare. Per me è un onore correre con loro.

Partiamo. E sprofondiamo subito in una piscina di circa venti metri con l’acqua che sfiora le ginocchia. E poi il fango lungo tutto il percorso. Fino all’ingresso nel mulino, forse l’ultimo tratto dove correre era possibile, nonostante tutto. Siamo all’ultimo giro, a pochi metri dal traguardo vengo raggiunto da Luca. Mi stacca di qualche metro per aspettarmi all’arrivo. Ero esausto. Ci diamo la mano e superiamo insieme la linea del traguardo. Non siamo nemmeno ultimi, dietro di noi c’è altra gente che arriva. Mi guardo. Sono impaltato anche nei capelli. Ho le scarpe da buttare. Ero forse l’unico a non aver usato le chiodate.

Finisco la corsa e scopro di aver capito cosa mi spinge a correre anche in condizioni avverse. Anche in gare dove non avrò mai una possibilità su un miliardo di arrivare tra i primi. E’ la voglia di dire a me stesso che ce l’ho fatta. Un’altra volta la corsa diventa lezione di vita. E allora continuiamo a correre finchè la fortuna ce lo consente. (nelle foto fasi del riscaldamento, io ho il pettorale n° 66 e la fine corsa con Luca)

domenica 8 febbraio 2015

Fondo medio lungo l'alzaia del Naviglio Grande

Niente gare, ma un bell’allenamento seguendo il mio percorso classico. Questa mattina sono uscito per un fondo medio lungo con unpaio di chilometri di riscaldamento, 15 chilometri sotto i 5’ a km e qualcheallungo alla fine.

Da Magenta a Pontevecchio, alzaia sul Naviglio Grande ammantato di neve fino a Pontenuovo, Boffalora Ticino, Bernate Ticino e ritorno. Vista la temperatura abbondantemente sotto lo zero, il terreno ghiacciato e il tasso di umidità elevatissimo sono sodisfatto.

Sto cercando di allungare i chilometri in vista di qualche mezza maratona che vorrei provare a primavera.

sabato 7 febbraio 2015

StraMagenta in 44' con scarso allenamento: quando la testa conta più delle gambe

E’ passata quasi una settimana dalla StraMagenta e, finalmente, riesco a scriverci due righe di commento. A mentre fredda non posso che essere soddisfatto della mia prestazione. Con 44’27” e un percorso di cento metri più lungo, giudico la mia gara positivamente. Soprattutto se faccio il paragone con la prima edizione del 2014, quando arrivai al traguardo dopo 47’. Quasi tre minuti di differenza.

E lo scorso anno avevo impostato la preparazione proprio sulla StraMagenta, mentre quest’anno sono arrivato alla competizione dopo due settimane di allenamenti quasi assenti. Solo una questione di testa, quindi? Ho sempre pensato che, anche per lo sportivo, le motivazioni e il modo di approcciarsi ad un evento siano più importanti dell’allenamento. Per la StraMagenta è stato così. All’arrivo non ero nemmeno stanco e, penso che arrivare a scendere sotto i 42’ sia per me fattibile.

Forse motivato dall’indossare la maglia dei Tapascioni, forse perché ora sono abituato a gareggiare (sono già alla terza gara dall’inizio dell’anno e aver fatto il cross del Campaccio devo dire che mi ha insegnato molto) non ho sentito affatto l’emozione che avvertii lo scorso anno. Ora prepariamoci per le prossime competizioni. Salterò Abbiategrasso, in agenda domani, e punto allo storico cross dei 5 Mulini a San Vittore Olona. Altra gara alla quale è impossibile rinunciare.