giovedì 30 luglio 2020

Bufalora volt e bas special edition, il runner stacca il biker in salita (VIDEO)

Una delle cose belle che più apprezzo nella corsa è la possibilità di percorrere lunghi tratti immersi nella natura. Cosa che ti permette di ritrovare un rilassamento pressoché totale.
 
 
L’edizione di quest’anno della Bufalora volt e bas è stata speciale per via delle restrizioni anti covid, ma non per questo meno bella. Nessun assembramento, nessuna partenza con più di mille partecipanti a correre su e giù per uno dei più bei paesi del territorio. Ho scelto di farla questa mattina sul presto portandomi addirittura un cameraman fotografo pronto ad immortalare la mia impresa. E’ la terza gara di quest’anno dopo la mezza di Marrakech e la StraMagenta. L’ho corsa in maniera tranquilla a 4’45” al km arrivando senza affanno e staccando di netto il cameraman che si è piantato all’inizio salita, come mostra il video…
 
 
 
 

giovedì 30 aprile 2020

Correre in solitudine nel bel mezzo mezzo della natura, dal 4 maggio si può. Anzi, si deve...


Scrivo queste poche righe perché ho appena letto il bellissimo articolo di un collega runner/giornalista dal titolo ‘Io amo l’assembramento’ riferendosi alle corse con migliaia di partecipanti purtroppo ancora lontane. Bellissime, niente da dire. Ma io vado contro corrente e dico che ‘amo la solitudine’. Ebbene si, ditemi quel che vi pare, ma a me piace correre da solo nel silenzio della natura. Sono abituato così da quando cominciai a muovere i primi passi nel running. Sveglia alle 6, estate o inverno che sia non ha importanza. L’importante è correre da soli senza nessuno attorno. E’ semplicemente fantastico, provare per credere. L’unico rumore sono i passi sul terreno delle tue falcate. Gli unici suoni che apprezzi sono quelli della natura.
A primavera è bellissimo, ma lo è anche in tutte le altre stagioni. Perfino d’inverno quando c’è la nebbia e non vedi a un palmo di mano. Quando ti svegli e trovi le strade deserte ti sembra di essere il padrone del mondo. Lunedì 4 maggio, dopo due mesi di stop al running (tra i tanti stop non è stato certo il più grave, ma uno dei tanti per gli appassionati) si torna a correre con l’obbligo di farlo da soli. Conosco runner che se non corrono in compagnia non ce la fanno proprio. Giusto, non li critico di certo. Correre con qualcuno fa sentire di meno la fatica, è più divertente e ti spinge a dare il meglio. Sono io l’asociale. Loro sono i veri runner. Ma a me piace, anzi strapiace correre da solo.
Non porto il telefonino, non porto nulla. E’ l’unica ora, ora e mezzo, in cui nessuno mi può rompere le scatole. Ho i miei percorsi. Se voglio fare il classico vado verso Cassinetta seguendo l’alzaia del Naviglio. Sarà ancora chiusa, giustamente per evitare il rischio di assembramenti. Allora farò la strada Preloreto e la sterrata che porta all’oasi con acqua sorgiva che alimenta il fontanile del Gallo. L’avete mai vista l’oasi con acqua sorgiva a Preloreto? E’ un luogo meraviglioso e val bene una visita. Da soli, ovviamente. Si entra in luogo spettacolare in mezzo alle campagne ricco di ogni bene che la natura possa offrire. A primavera e in estate vedi il sole sorgere. Uno spettacolo meraviglioso. Gratis. Cosa volere di più…

lunedì 27 aprile 2020

Il 4 maggio torniamo a correre, facciamolo usando il buon senso

Amici runner, ieri sera sono state decretate le misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale. Cosa prevedono per quanto ci riguarda? Da lunedì 4 maggio potremo tornare a correre? Si, finalmente potremo tornare a correre spingendoci anche lontano da casa. Ecco cosa prevede testualmente il decreto:

f) non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività;
Dalla lettura si evince che sarà possibile correre anche in due, a patto di rispettare la distanza di sicurezza di almeno due metri, solo se trattasi di minori che vengono accompagnati o persone non autosufficienti. Nulla è indicato in merito all’uso delle mascherine. Come possiamo interpretarlo? Ci si affida a quanto stabilito dalla Regione che stabilisce l’uso della mascherina quando si esce all’aperto. Ragion per cui dobbiamo prestare attenzione alle prossime disposizione regionali sull’attività outdoor.

USIAMO IL BUON SENSO

Amici runner. Ognuno di noi vede la corsa come parte integrante della propria vita. L’avere trascorso le ultime settimane senza poterla praticare o averla praticata in spazi limitati ci ha tolto molto del nostro agire quotidiano. Non lasciamoci prendere dalla foga e andiamoci con molta cautela. Non siamo usciti dall’emergenza, anzi ci siamo in pieno. Il mio consiglio, da runner che corre dal 1986 e che guai se gli tolgono la corsa, è di correre da soli in luoghi isolati. Scegliete gli orari più tranquilli. La mattina presto o la sera. Abbiamo delle bellissime campagne. Sfruttiamole. Portatevi uno scaldacollo da indossare nel caso in cui doveste incrociare qualcuno. Poi toglietelo perché bloccare naso e bocca ci blocca la respirazione e potremmo avere gravi conseguenze. Non aggiungo altro. Spero che tutto vada bene…

 

lunedì 20 aprile 2020

Runner untore e menefreghista: ennesima enorme fake news costruita per sorvolare sui veri problemi

Da qualche giorno ho deciso di tornare a correre fuori casa. Limitatamente, sia ben chiaro, alle vicinanze della mia abitazione. Duecento metri, a forse anche 400 poco cambia, portando con me la carta di identità in modo da mostrarla alle autorità in caso di controllo. “Abito qua dietro, faccio ancora 100 metri e rientro. Non preoccupatevi”, sono pronto a giustificarmi (sic..). L’ho fatto per due ragioni fondamentali. La prima è che a correre attorno al cortile di casa va bene una volta, due, alla terza già non ne puoi più. E’ un sistema di allenamento di usare in casi eccezionali fino ad un massimo di 15 minuti e non di più. La seconda ben più importante motivazione che mi ha indotto a tornare sulla strada a correre (anche se per pochi minuti) è che la disposizione che lo vieta è assurda, fuori luogo, incostituzionale, abominevole e chi più ne ha più ne metta.

Ma ancora peggio di quella disposizione che prevede una sanzione (prima si parlava di denuncia!) è stata la reazione del popolo di fronte a chi corre. Non so da chi sia partita la spinta a considerare il runner poco sensibile a quello che stava succedendo o, peggio, addirittura un possibile veicolo di trasmissione del virus, fatto sta che la sola visione di un podista in circolazione generava il panico. E lo genera tutt’ora in alcuni fori di testa, non è ancora finito il rischio. Generalmente sono uno che agisce d’impulso a fronte di un’azione che ritengo assurda, quindi il mio istinto primario è stato quello di mandare al diavolo tutta questa feccia di disgraziati. A fronte di un’analisi più attenta che mi dimostrava che i problemi andavano cercati altrove e parliamo di Rsa dove i casi di positività al Covid – 19 sono schizzati alle stelle, operatori sanitari senza dispositivi di protezione individuale (pazzesco), scelte politiche disastrose su come affrontare l’emergenza, mi saliva il sangue al cervello nel vedere che degli autentici idioti ancora non avevano capito la vera portata del fenomeno.

Ma subito dopo la reazione violenta cerco di analizzare con razionalità quello che sta accadendo. Ebbene il fatto che nel giro di poco tempo si sia riusciti a generare un odio infondato nei confronti del runner mi ha fatto riflettere parecchio su quanto sia facile cambiare la mentalità di una buona parte della popolazione. Sia ben chiaro, non viviamo certo sotto una dittatura come molti paventano sulle colonne dei loro profili facebook. Siamo di fronte ad alcuni provvedimenti presi in una situazione di emergenza sanitaria che ben poco hanno a che fare con il fascismo o roba simile. E ci mancherebbe altro. Ma pensiamoci un po’.

Se è stato così semplice additare il runner come untore, menefreghista, complice del virus, può essere altrettanto semplice manovrare a piacere la mentalità di un individuo e trasferirla in altre direzioni. Basta pompare a dismisura contro una persona, categoria, nazione e questa diventa, immancabilmente, la persona, la categoria, la nazione da odiare. E’ così che si costruisce ad arte l’odio. Domattina esco a correre, come da 30 anni a questa parte…

 

giovedì 9 aprile 2020

Correre in casa non è divertente, è terribile. Il runner deve essere libero come il vento

Non vedo l’ora di tornare a correre nelle mie campagne. E’ un mese che giro come una trottola attorno al mio cortile ed è sicuramente meglio di niente. Ma le mie campagne sono il meglio che ci sia in fatto di palestra. La strada Preloreto, l’alzaia del Naviglio Grande, la via Valle di Pontevecchio che porta alla Fagiana, gli sterrati tra Casterno e Carpenzago tra i fontanili su tutte. Non c’è paragone. Il resto è nulla a confronto. Mi manca, cosa volete che vi dica. Qualcuno mi darà dell’insensibile e del viziato di fronte alla tragedia. Va bene, non avete capito niente sappiatelo. Stiamo galoppando nella stagione migliore per il runner.

Quella in cui le gambe spingono anche se il cervello dice no. Quella che ti fa venire voglia di correre forte, a perdifiato fino a non farcela più. Quella in cui ti avvicini ad un fosso e lo salti senza manco pensarci. Quella in cui sei solo con il mondo che ti circonda. Anzi, non sei solo. Sei con la moltitudine di animali che ti circonda. Quella in cui ingaggi una gara con una mini lepre e ne esci irrimediabilmente sconfitto. Quella in cui dopo una corsa, ti fermi e guardi in alto. Sorridi perché sei felice di poter correre libero come il vento.

Questa è la primavera del runner e farla in quarantena è la cosa peggiore che ci possa essere. La foto a questo post è la medaglia consegnata on line ai partecipanti alla prima ‘Stra in casa’ organizzata a favore degli ospedali. Forse ci saranno altre gare simili. Spero poche. Perché io non vedo l’ora di tornare a correre nelle mie campagne.

lunedì 30 marzo 2020

Runner in quarantena: ha senso correre per pochi metri attorno a casa?

Non è certo la prima volta, nel corso della mia carriera da runner cominciata nel lontanissimo 1986, che stacco la spina. L’ho fatto diverse volte. A causa di infortuni, mai gravi per fortuna, per impegni, per mancanza di voglia che inevitabilmente a volte sopraggiunge. Scrivo questo articolo, che poi non è un articolo bensì un semplice pensiero, non a seguito delle varie polemiche scoppiate nelle ultime settimane da parte di molti che additavano i runner come soggetti irresponsabili e menefreghisti nei confronti della popolazione e capaci solo di pensare al loro benessere fisico e nient’altro. Su questo farò un'attenta riflessione solo quando terminerà il problema mondiale. Al momento mi limito a due righe.

Allora, io parlo per me stesso. Non posso parlare di una moltitudine di persone che non conosco. In mezzo ad un paio di milioni di individui che praticano lo jogging o la corsetta domenicale c’è di tutto. Da quello sensibile a quello che gli importa solo del suo aspetto. La cosa che mi ha rattristato è stata quella di includere tutti nella stessa categoria.

Da un mese a questa parte esco di casa solo due volte la settimana. Una mattinata perché svolgo servizio in ambulanza presso la Inter Sos di Magenta e un paio di ore all’Iper per la spesa. Anche nel mio lavoro da cronista ho preferito fare tutto da casa, via telefono o grazie alle tecnologie moderne. Pur avendo i giornalisti l’autorizzazione a circolare per motivi di lavoro essendo il nostro mestiere considerato di pubblica utilità.

Ma nel mio blog parlo solo di corsa e a quello mi devo attenere. Come svolgo i miei allenamenti in questi giorni? Come sempre! Ma come è possibile se non puoi uscire dal cancello? dirà qualche lettore. Certo mancherà l'intensità, ma per il resto cambia poco. Quando cominciai a correre, circa 33 anni fa, uscii per la prima volta lungo un percorso di 1600 metri e dopo 1000 fui costretto a fermarmi da tanto che avevo il fiato corto. Impiegai un paio di settimane per riuscire a completare il miglio senza mai fermarmi.

Quando stacco la spina non resto mai completamente fermo. Mi limito a fare qualche centinaio di metri di corsa lentissima giusto per rinvigorirmi. Non faccio parte della categoria dei super runner: “o esco e faccio 30 chilometri o me ne sto a casa, tanto non ha senso correre per pochi metri attorno al proprio cortile”. Invece no. Ha senso eccome anche correre per poche centinaia di metri a ritmo da lumaca. Sabato ho corso per un chilometro attorno al perimetro della mia casa in 7 minuti e domenica ne ho fatti due di chilometri sempre a ritmo lentissimo. Ma va benissimo così. Non me ne importa niente di quello che potrebbe dire il miglior allenatore di questo mondo perché il miglior allenatore di me stesso sono proprio io. E finché dura la quarantena si fa così.
 

mercoledì 26 febbraio 2020

Dopo la straMagenta appuntamenti annullati per il Coronavirus

Domenica 2 febbraio era in programma la settima edizione della StraMagenta. L’unica gara che ho sempre fatto, anche nei momenti più difficili della mia vita. Nessun problema, quindi, se ho trascorso la notte tra venerdì e sabato all’aeroporto di Casablanca e sono rincasato verso le 13. C’era tutto il tempo per recuperare dopo una settimana piuttosto movimentata cominciata il sabato precedente a Marrakech, continuata il giorno dopo con la mezza, proseguita nel Marocco centrale e finita tra Ceuta e la valle del Rif. Insomma, avete capito che l’avventura e la voglia di raccontare e conoscere popoli diversi fa parte integrante della mia vita.

 Quindi sono tornato da quel viaggio, non dico riposato, ma pronto per nuove esperienze. Domenica 2 era d’obbligo presentarsi alla linea di partenza della gara che si core davanti alla mia casetta. L’ho chiusa in 44’. Conclusa la classica sui 10 km il mio programma prevedeva la mezza di Trecate domenica primo marzo e il Tapacross il sabato successivo a Robecco sul Naviglio. Due appuntamenti, purtroppo, annullati a causa del Coronavirus. Nella foto sono con Silvia Oggioni, la bravissima atleta vincitrice della settima StraMagenta. Come da tradizione all’arrivo devo farmi fotografare con la prima donna.

venerdì 7 febbraio 2020

La mia prima corsa in Africa, non sarà l'ultima


La prima gara di questo 2020 l’ho corsa niente meno che in terra d’Africa. A Marrakech, Marrocco. Lo scorso 26 gennaio era in programma la maratona internazionale e la mezza ed è sulla distanza dei 21km che mi sono cimentato. Una bella esperienza. Ci tenevo, lo volevo e l’ho fatta. Circa 13mila partecipanti provenienti, soprattutto, dalla Francia e da altri paesi europei. A farla da padroni sono stati i marocchini, gli atleti di casa. Sia nelle prime posizioni che nelle retrovie. Gli ultimi tre chilometri, particolarmente sofferti per la temperatura che si alzava e alla quale non ero abituato, li ho corsi in compagnia di alcuni colleghi runner magrebini.
 
Ridevano e scherzavano e mi prendevano pure in giro. Indossavo la maglia della mia squadra, i Tapascioni di Robecco ed ero facilmente inquadrabile come straniero. “Italiano? Spaghetti e pizza ahaha”, dicevano. Pure questo mi tocca sentire. Nulla da dire sull’organizzazione. Pressoché perfetta. Dal primo all’ultimo metro. Confesso di non trovarmi a mio agio in mezzo alla calca. L’attesa alla partenza durata una mezzora in mezzo ad altre centinaia di partecipanti, mi innervosiva. Ma tantè, un po’ di attesa ci sta. Abbiamo attraversato lunghi rettilinei tra bambini che applaudivano ed erano pronti a darti il cinque.
 
E’ stata un po’ la sorpresa il Marocco della corsa. Conosco i talenti nordafricani, ma non pensavo ci fossero così tanti appassionati che si allenano durante la settimana. Ero convinto che in un paese ancora, per buona parte, povero, non vi fosse spazio per le attività collaterali, per lo sport praticato in maniera amatoriale. Invece non è così. Ragazze e ragazzi che, senza alcuna velleità agonistica, corrono perché amano farlo. Scorro la classifica e mi ritrovo inglobato in decine di altri runner, tutti di casa. Non so se correrà ancora questa gara a Marrakech. Ma di sicuro in Africa ci tornerò, anche per correre.
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