lunedì 30 marzo 2020

Runner in quarantena: ha senso correre per pochi metri attorno a casa?

Non è certo la prima volta, nel corso della mia carriera da runner cominciata nel lontanissimo 1986, che stacco la spina. L’ho fatto diverse volte. A causa di infortuni, mai gravi per fortuna, per impegni, per mancanza di voglia che inevitabilmente a volte sopraggiunge. Scrivo questo articolo, che poi non è un articolo bensì un semplice pensiero, non a seguito delle varie polemiche scoppiate nelle ultime settimane da parte di molti che additavano i runner come soggetti irresponsabili e menefreghisti nei confronti della popolazione e capaci solo di pensare al loro benessere fisico e nient’altro. Su questo farò un'attenta riflessione solo quando terminerà il problema mondiale. Al momento mi limito a due righe.

Allora, io parlo per me stesso. Non posso parlare di una moltitudine di persone che non conosco. In mezzo ad un paio di milioni di individui che praticano lo jogging o la corsetta domenicale c’è di tutto. Da quello sensibile a quello che gli importa solo del suo aspetto. La cosa che mi ha rattristato è stata quella di includere tutti nella stessa categoria.

Da un mese a questa parte esco di casa solo due volte la settimana. Una mattinata perché svolgo servizio in ambulanza presso la Inter Sos di Magenta e un paio di ore all’Iper per la spesa. Anche nel mio lavoro da cronista ho preferito fare tutto da casa, via telefono o grazie alle tecnologie moderne. Pur avendo i giornalisti l’autorizzazione a circolare per motivi di lavoro essendo il nostro mestiere considerato di pubblica utilità.

Ma nel mio blog parlo solo di corsa e a quello mi devo attenere. Come svolgo i miei allenamenti in questi giorni? Come sempre! Ma come è possibile se non puoi uscire dal cancello? dirà qualche lettore. Certo mancherà l'intensità, ma per il resto cambia poco. Quando cominciai a correre, circa 33 anni fa, uscii per la prima volta lungo un percorso di 1600 metri e dopo 1000 fui costretto a fermarmi da tanto che avevo il fiato corto. Impiegai un paio di settimane per riuscire a completare il miglio senza mai fermarmi.

Quando stacco la spina non resto mai completamente fermo. Mi limito a fare qualche centinaio di metri di corsa lentissima giusto per rinvigorirmi. Non faccio parte della categoria dei super runner: “o esco e faccio 30 chilometri o me ne sto a casa, tanto non ha senso correre per pochi metri attorno al proprio cortile”. Invece no. Ha senso eccome anche correre per poche centinaia di metri a ritmo da lumaca. Sabato ho corso per un chilometro attorno al perimetro della mia casa in 7 minuti e domenica ne ho fatti due di chilometri sempre a ritmo lentissimo. Ma va benissimo così. Non me ne importa niente di quello che potrebbe dire il miglior allenatore di questo mondo perché il miglior allenatore di me stesso sono proprio io. E finché dura la quarantena si fa così.