Pochi giorni fa, mentre mi trovavo nei giardini di
casa Giacobbe a Magenta per un’intervista, mi sono imbattuto in alcuni ragazzi
del liceo Quasimodo che correvano. Sotto l’occhio vigile del loro insegnante di
educazione fisica sfruttavano il bel parco per fare qualche giro di corsa
lenta. Spero che quello che ho visto non sia un caso più unico che raro. A dire
il vero leggendo questo articolo di Corriere.it dal titolo allarmante ‘A scuolasenza sport: due ragazzi su tre non sanno fare una capriola’ ci sarebbe da
mettersi le mani nei capelli. Vabbè non stupiamoci se i ragazzi di oggi sono
degli smidollati che se fanno 400 metri sputati di corsa arrivano col fiato
talmente corto da fare concorrenza ad un fumatore cronico.
Li abbiamo voluti
noi così e ce li teniamo. I giochi in cortile sono scomparsi da secoli
sostituiti da diavolerie elettroniche. Campi dove giocare a pallone non ne
esistono e, comunque, nessuno ci gioca. Ovvio che, stando così le cose, quasi
nessuno sia in grado dio far e una capriola perché non hanno forza nelle
braccia. Leggo nell’articolo che gli insegnanti di educazione fisica di oggi
laureati in Scienze Motorie non sono più quelli dell’Isef di un tempo, più
pratici e meno scienziati. Se devo dire il vero e ritornare agli anni delle
superiori non conservo un bel ricordo dei miei insegnanti di educazione fisica.
Anzi, tutt’altro. Ci mollavano un pallone da pallavolo e si passava l’ora
cazzeggiando. Tanto è vero che ho scoperto lo sport vero solo dopo le
superiori, come tante altre cose del resto. E allora tutto sta nella competenza
dell’insegnante. Quel docente del Quasimodo non stava facendo nulla di
speciale. Stava solo facendo il suo lavoro e i ragazzi erano contenti di
seguire i suoi insegnamenti.
Nessun commento:
Posta un commento