La volevi la maratona? Eccola. Potrei dire che sono
deluso dalla mia partecipazione alla Maratona di Milano conclusa dopo 30
chilometri di corsa, 12 di cammino e 195 metri finali di corsa. Ma non è così.
In fondo ci sono arrivato e questo era l’obiettivo da raggiungere. Il piano che
mi ero messo in testa era quello di andare ad andatura regolare (5’15” al km)
finchè potevo. Non avevo seguito tabelle, non l’ho preparata adeguatamente.
Quindi era tutto un rebus. Ho tenuto i 5’15” al km con l’amico Luca dei
Tapascioni (che di maratona ne ha fatte parecchie) fino al 30° km. A quel punto
le mie gambe sono diventate di marmo e non volevano più saperne di correre. I
tendini d’achille erano bloccati.
Uno stop arrivato da un secondo all’altro
senza particolari preavvisi. Senza segnale alcuno. Si accende la spia rossa e
sei costretto alla resa, punto e basta. Ma qui no puoi fermarti a far benzina
come in macchina. Devi contare solo sulle tue forze, non ci sono aiuti. A quel
punto le soluzioni erano due: o mi ritiro, o continuo camminando. Ho optato per
la seconda alternativa. Di ritirarmi manco se ne parla, piuttosto arrivo
strisciando. Ma arrivo. Il calvario è stato totale. Tenendo il ritmo che ho tenuto
fino al 30° km avrei chiuso in 3h45”. Camminando per gli ultimi 12km ho finito
in 4h48’. Lo avevo calcolato sulla base della mia mezza, ma questa tecnica si è
rivelata fallimentare. Ho dovuto, strada facendo, ridimensionare tutto. La
maratona non si improvvisa, devi essere allenato. Devi fare i lunghi fino a
36km, devi seguire i consigli di chi è più esperto. Altrimenti la maratona la
paghi. Detto questo è stato bellissimo partecipare. Passare dai luoghi simbolo
di Milano, da piazza Duomo, da San Siro. La maratona ti insegna che si può
essere vincitori anche arrivando ultimi al traguardo con le gambe rotte.
La
maratona è veramente la metafora della vita. I primi 10km sono gli anni della
fanciullezza, la prendi come un gioco. C’è chi ride e ha voglia di scherzare.
Fino al 20° km arrivano gli anni della giovinezza. Ti senti ancora forte, un
leone che vuole spaccare il mondo. Dal 20° al 30° km sei un uomo adulto.
Cominci a pensare che non ce la farai a spaccare il mondo e devi ragionare se
vuoi avere qualcosa dalla vita. Dal 30° al 42° km arrivano gli anni della
vecchiaia. Quando le tue gambe diventano sempre più stanche. Quando senti che
non ce la fai, ma devi andare fino alla fine del tuo viaggio perché non è
ammesso il ritiro. Dalla maratona come dalla vita.
Alla prossima maratona e
tanti auguri a tutti i giovani che credono ancora nel sogno olimpico, agli splendidi
atleti africani che anche domenica hanno dimostrato di essere nati per la corsa
e a tutte le migliaia di maratoneti che corrono in ogni parte del pianeta.
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