lunedì 3 aprile 2017

Maratona di Milano: chilometro trenta, le gambe saltano...ma in fondo si arriva


La volevi la maratona? Eccola. Potrei dire che sono deluso dalla mia partecipazione alla Maratona di Milano conclusa dopo 30 chilometri di corsa, 12 di cammino e 195 metri finali di corsa. Ma non è così. In fondo ci sono arrivato e questo era l’obiettivo da raggiungere. Il piano che mi ero messo in testa era quello di andare ad andatura regolare (5’15” al km) finchè potevo. Non avevo seguito tabelle, non l’ho preparata adeguatamente. Quindi era tutto un rebus. Ho tenuto i 5’15” al km con l’amico Luca dei Tapascioni (che di maratona ne ha fatte parecchie) fino al 30° km. A quel punto le mie gambe sono diventate di marmo e non volevano più saperne di correre. I tendini d’achille erano bloccati.
Uno stop arrivato da un secondo all’altro senza particolari preavvisi. Senza segnale alcuno. Si accende la spia rossa e sei costretto alla resa, punto e basta. Ma qui no puoi fermarti a far benzina come in macchina. Devi contare solo sulle tue forze, non ci sono aiuti. A quel punto le soluzioni erano due: o mi ritiro, o continuo camminando. Ho optato per la seconda alternativa. Di ritirarmi manco se ne parla, piuttosto arrivo strisciando. Ma arrivo. Il calvario è stato totale. Tenendo il ritmo che ho tenuto fino al 30° km avrei chiuso in 3h45”. Camminando per gli ultimi 12km ho finito in 4h48’. Lo avevo calcolato sulla base della mia mezza, ma questa tecnica si è rivelata fallimentare. Ho dovuto, strada facendo, ridimensionare tutto. La maratona non si improvvisa, devi essere allenato. Devi fare i lunghi fino a 36km, devi seguire i consigli di chi è più esperto. Altrimenti la maratona la paghi. Detto questo è stato bellissimo partecipare. Passare dai luoghi simbolo di Milano, da piazza Duomo, da San Siro. La maratona ti insegna che si può essere vincitori anche arrivando ultimi al traguardo con le gambe rotte.

La maratona è veramente la metafora della vita. I primi 10km sono gli anni della fanciullezza, la prendi come un gioco. C’è chi ride e ha voglia di scherzare. Fino al 20° km arrivano gli anni della giovinezza. Ti senti ancora forte, un leone che vuole spaccare il mondo. Dal 20° al 30° km sei un uomo adulto. Cominci a pensare che non ce la farai a spaccare il mondo e devi ragionare se vuoi avere qualcosa dalla vita. Dal 30° al 42° km arrivano gli anni della vecchiaia. Quando le tue gambe diventano sempre più stanche. Quando senti che non ce la fai, ma devi andare fino alla fine del tuo viaggio perché non è ammesso il ritiro. Dalla maratona come dalla vita.
Alla prossima maratona e tanti auguri a tutti i giovani che credono ancora nel sogno olimpico, agli splendidi atleti africani che anche domenica hanno dimostrato di essere nati per la corsa e a tutte le migliaia di maratoneti che corrono in ogni parte del pianeta.

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