Mentre guardavo la maratona di Parigi in registrata
su Eurosport e ammiravo questa ennesima schiera di atleti keniani che facevano
il vuoto facevo mentalmente un paragone tra la loro vita e la nostra. In Africa
si corre, non per star bene, ma per vivere. In Africa si corre fin da bambini
per andare a scuola. Da noi a scuola si va in macchina, fine delle trasmissioni.
In Africa ci sono mille atleti in grado di correre la maratona in 2h6’. Da noi
manco uno, al momento. In passato si potevano contare sulle dita di una mano
ma, per fortuna, quei pochi erano davvero buoni. A vincere è stato Paul
Lonyangata, classe 1992.
Uno dei tanti. Ha vinto e ha vinto a Parigi anche sua
moglie. Incredibile. Faccio passare l’elenco dei vincitori delle maratone di
domenica a Rotterdam, Linz, Hannover e sono tutti keniani. Hanno tanti atleti
da non riuscire nemmeno a sapere quanti sono. Abbiamo avuto pochi atleti
fortissimi, ma quei pochi italiani sono stati capaci di vincere ben due
maratone olimpiche, segno che la nostra scuola e i nostri tecnici sono di
ottimo livello. E gli stessi africani, o almeno tantissimi di loro si allenano
da noi. Il terzo arrivato a Parigi, Solomon Yego, ha vinto se non ricordo male
la mezza del lago Maggiore a Verbania un paio di anni fa. Quando la corsi anche
io con il mio tempo modesto, ma che mi riempie di soddisfazione, circa 1h37’.
Esiste ovviamente, un grave problema. Così tanti atleti africani possono
rappresentare un freno per i ragazzi che si avvicinano all’atletica.
Solitamente
si comincia a correre per divertimento quando si passano i 30 anni. Ma chi
vuole fare agonismo deve partire molto prima. Con quali prospettive? Parliamoci
chiaro: prossime allo zero. Un ragazzo che vuole fare atletica sa che deve
correre i 10mila in 27’, la mezza maratona in un tempo vicino all’ora, la
maratona si vedrà col passare degli anni. Altrimenti nemmeno verrà preso in
considerazione. La competizione nell’atletica è spietata. Nel calcio hai il 33
per cento di possibilità di vittoria, il 33 di pareggiare e il 33 di perdere la
partita. Nell’atletica sai già che le tue possibilità di vittoria saranno quasi
zero.
E allora come incentivare i giovani? Tanto più che i guadagni nella corsa
non sono certo quelli dell’amato pallone l’unico modo resterà sempre la
passione. Dare il meglio anche sapendo di avere davanti mostri imbattibili. E’
la corsa bellezza, prendere o lasciare.
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