Ricevo e
pubblico questo comunicato stampa dell’on. Paolo Cova in merito al cosiddetto
doppio tesseramento per chi fa atletica leggera. Dallo scorso anno i tesserati
Uisp (come il sottoscritto) devono essere anche tesserati Fidal o avere la
Runcard, che è sempre a mio parere una tessera Fidal. Che ha un costo che si aggiunge
all’esorbitante (e fuori da ogni logica…) costo di tutte le competizioni Fidal.
In tutto questo, ovviamente, c’è qualcuno che ci guadagna. Alle spalle di chi
ha solo voglia di fare sport in santa pace. Un giorno ridendo e scherzando
dissi che inventeranno anche la Runcard ricaricabile per poter uscire a correre
di casa da soli. Una Runcard che si timbra appena si comincia a correre e che
scala un centesimo a chilometro. Più chilometri fai e più paghi. Meglio non
dirlo troppo forte prima che a qualcuno salti in mente questa idea. Ecco il
comunicato dell’on. Cova:
Il doppio
tesseramento per chi pratica l’atletica leggera ha senso o non è addirittura
disincentivante? Se lo chiede, in un’interrogazione, l’on. Paolo Cova,
parlamentare del Pd, e lo domanda al Ministro per lo Sport. “Il 30 maggio 2016
La Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) e l’Unione italiana sport
per tutti (Uisp) hanno sottoscritto una Convezione per regolare i reciproci
rapporti – spiega Cova –. L’accordo prevede la reciproca partecipazione di
atleti ad attività agonistica di prestazione, organizzata da una delle parti,
ma solo con il doppio tesseramento. Quindi, i tesserati Uisp, dal 1 giugno
2016, devono essere tesserati alla Fidal, oppure avere la Runcard, per poter
partecipare alle manifestazioni agonistiche organizzate dalla Federazione,
proprio per questa nuova norma introdotta che non apporta nessun beneficio o
miglioramento per i partecipanti”. Per il parlamentare Pd “il doppio
tesseramento sta contribuendo solo a gonfiare il numero dei tesserati Fidal,
senza un reale aumento dei partecipanti all’attività sportiva, cosa che
dovrebbe essere prioritaria, ed è perfettamente inutile per gareggiare. Non
solo: gli articoli 2 e 3 della Costituzione prevedono la libera
partecipazione dei cittadini alle cosiddette formazioni sociali come diritto
inviolabile, ma in questo caso diventa solo un ulteriore aggravio di costi e di
burocrazia per gli interessati. Questa novità non aiuta a fare più sport, ma
anzi è un disincentivo”. Per questo Cova, nell’interrogazione, chiede al
Ministro se “sia a conoscenza di questa Convenzione che prevede un doppio
tesseramento e se non ritenga che sia una disposizione che sminuisca il ruolo
degli Enti di promozione sportiva e la loro capacità attrattiva allo
sport di base da parte dei cittadini italiani. Inoltre, se la richiesta del
doppio tesseramento diventi una norma che complica la partecipazione all’attività
sportiva nell’atletica e non stia certo andando nell’ottica della
semplificazione e del favorire la partecipazione dei cittadini”.
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