venerdì 7 febbraio 2020

La mia prima corsa in Africa, non sarà l'ultima


La prima gara di questo 2020 l’ho corsa niente meno che in terra d’Africa. A Marrakech, Marrocco. Lo scorso 26 gennaio era in programma la maratona internazionale e la mezza ed è sulla distanza dei 21km che mi sono cimentato. Una bella esperienza. Ci tenevo, lo volevo e l’ho fatta. Circa 13mila partecipanti provenienti, soprattutto, dalla Francia e da altri paesi europei. A farla da padroni sono stati i marocchini, gli atleti di casa. Sia nelle prime posizioni che nelle retrovie. Gli ultimi tre chilometri, particolarmente sofferti per la temperatura che si alzava e alla quale non ero abituato, li ho corsi in compagnia di alcuni colleghi runner magrebini.
 
Ridevano e scherzavano e mi prendevano pure in giro. Indossavo la maglia della mia squadra, i Tapascioni di Robecco ed ero facilmente inquadrabile come straniero. “Italiano? Spaghetti e pizza ahaha”, dicevano. Pure questo mi tocca sentire. Nulla da dire sull’organizzazione. Pressoché perfetta. Dal primo all’ultimo metro. Confesso di non trovarmi a mio agio in mezzo alla calca. L’attesa alla partenza durata una mezzora in mezzo ad altre centinaia di partecipanti, mi innervosiva. Ma tantè, un po’ di attesa ci sta. Abbiamo attraversato lunghi rettilinei tra bambini che applaudivano ed erano pronti a darti il cinque.
 
E’ stata un po’ la sorpresa il Marocco della corsa. Conosco i talenti nordafricani, ma non pensavo ci fossero così tanti appassionati che si allenano durante la settimana. Ero convinto che in un paese ancora, per buona parte, povero, non vi fosse spazio per le attività collaterali, per lo sport praticato in maniera amatoriale. Invece non è così. Ragazze e ragazzi che, senza alcuna velleità agonistica, corrono perché amano farlo. Scorro la classifica e mi ritrovo inglobato in decine di altri runner, tutti di casa. Non so se correrà ancora questa gara a Marrakech. Ma di sicuro in Africa ci tornerò, anche per correre.
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