mercoledì 12 luglio 2017

Grazie a Marco Bonfiglio, secondo alla Badwater Ultramarathon, il nostro sport è ancora più bello

Ho letto passo dopo passo le cronache dalla California dell'abbiatense Marco Bonfiglio e del suo tem Impoissibile Target, impegnati in una gara al limite della resistenza umana. La Badwater Ultramarathon nella Death Valley, la Valle della Morte in California. Una gara impossibile, incredibile, che parte dal bacino di badwater 85 metri sotto il livello del mare e arriva al Monte Whitney a 2.530 metri, sempre in California. Stentavo a credere dell'esistenza di una gara del genere. Eppure sesiste. Marco Bonfiglio l'ha fatta ed è arrivato secondo coprendo i 217 chilometri nel clima infernale della Death Valley in 26 ore circa.

Davanti a lui solo il giapponese Lino Wataru. Accompagnato da un team eccezionale, Giacomo Lopopolo, Simone Leo e il robecchese super massaggiatore Paolo Noè che non l'ha mollato un secondo. Hanno corso con Marco, l'hanno incitato, Paolo Noè l'ha massaggiato all'accorrenza. E lui Marco ha corso sulle interminabile estrade californiane bruciate dal sole, si è fermato, ha camminato, ha avuto dei momenti di crisi, si è ripreso, ha continuato a correre fino all'arrivo. Un fenomeno. Uno che corre per il solo gusto di farlo. Per sfidare se stesso prima degli altri. Non lo conosco personalmente, ma vorrei intervistarlo nei prossimi giorni.

Io appassionato di running come Marco. Giornalista soprattutto di cronaca nera, ma con la passione per lo sport e soprattutto per il running. Probabilmente non correrò mai una ultramaratona come Marco Bonfiglio che ne gha fatte tante e si è distinto anche in terra greca. Lo scorso anno ha fatto la bellezza di dieci maratone, una al giorno. Un fenomeno. Io è già buona se sono in grado di farne una di maratona, lui corre per 217 chilometri nel clima infuocato della Death Valley. Grazie a Marco il nostro sport è ancora più bello.

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